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Semi di cambiamento dai Paesi Bassi - earthncycle
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Semi di cambiamento dai Paesi Bassi

Due storie apparentemente diverse ci arrivano dai Paesi Bassi per testimoniare quanto potente possa essere l’iniziativa dei semplici cittadini.

Solo tre anni fa, il lago olandese Markermeer era caratterizzato da un’acqua opaca, stagnante, priva del movimento e dei fosfati necessari a sostenere la sua naturale produttività. Ora un nuovissimo arcipelago artificiale di cinque isole, il Marker Wadden, sta invertendo questo declino: solo una delle isole è aperta ai visitatori, le altre quattro sono inaccessibili.

In questo modo si è posto un freno alla perdita di biodiversità; le isole hanno già attirato circa 120 specie di uccelli, e pipistrelli, insetti e oltre 170 specie di piante.

Come conseguenza delle modifiche alla linea di costa, il moto delle maree ha stimolato la risalita dei sedimenti fertili depositati sul fondo del lago e innescato un circolo virtuoso che ha già reso le acque del lago più pulite.

Un ambizioso progetto innovativo, nato dalla visione di un cittadino “guardiano della natura”, Roel Posthoorn, e finanziato da una lotteria nazionale e infine supportato da enti locali e nazionali.

Questi primi cinque semi stanno già generando delle gemme: la bonifica ambientale continuerà con Toekomstbeeld 2030, un nuovo progetto che prevede in 10 anni la creazione di un secondo arcipelago e di una penisola artificiale.

Area del Marker Wadden in data 11 settembre 2015, vista dal satellite Sentinel-2. Contiene  dati modificati di Copernicus Sentinel (2015), elaborati da @earthncycle

La stessa area con l’archipelago Marker Wadden ora visibile, in data 27 Dicembre 2019

 

La seconda storia, che ci raggiunge come una promessa per l’imminente nuovo anno, è la sentenza della Corte Suprema olandese del 20 dicembre relativa alla causa fra lo Stato dei Paesi Bassi e Urgenda.

Mentre gli Accordi sul Clima di Parigi non sono legalmente vincolanti per i paesi che vi aderiscono e l’ultimo COP25 dell’UNFCCC a Madrid è stato un fallimento, dopo un processo civile lungo sei anni l’ONG olandese Urgenda, sostenuta da quasi 900 cittadini olandesi, ha vinto una causa contro lo Stato olandese.

L’ultima sentenza della Corte Suprema ha stabilito che lo Stato olandese è tenuto a prendere tutte le misure necessarie per ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 25% entro la fine del 2020 (rispetto al 1990).

Chiave per la sentenza è stata la Convenzione europea (giuridicamente vincolante) per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali (CEDU): se esiste una reale, prevedibile minaccia al diritto alla vita a causa delle emissioni di gas serra – un punto di vista ampiamente accettato tra gli scienziati, governi e ONG – lo Stato olandese deve adottare misure preventive.

Dopo tale sentenza, i governi dovranno considerare ancor più seriamente di avere obblighi legali in materia di lotta ai cambiamenti climatici e negli ultimi anni sono stati intraprese cause legali simili in altri paesi.

Semi di speranza dai Paesi Bassi poco prima dell’inizio del 2020: mai dubitare mai che ogni singolo cittadino con un ideale possa aiutare a raggiungere un obiettivo apparentemente impossibile, speranza e creatività possono rinsaldare  l’unione di una comunità e invertire il declino ambientale.